TERMINATI I FESTEGGIAMENTI A ROSSANO PER IL RITORNO DEL CODEX PURPUREUS ROSSANENSIS

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Foto Evento a Rossano“Una città nella Gioia e una Diocesi in Festa!” Questo, dunque, lo slogan che ha accompagnato i festeggiamenti per il ritorno del Codex Purpureus Rossanensis a Rossano. Tanti gli eventi promossi in città che hanno richiamato, per l’occasione, migliaia di persone nell’incantevole centro storico bizantino. I numerosi visitatori, oltre ad ammirare da vicino il Codex che è ritornato a risplendere nel rinnovato Museo Diocesano di Arte Sacra, hanno partecipato, con grande gioia ed entusiasmo, alle diverse iniziative: dal backstage dell’opera realizzata dall’artista rossanese Pino Savoia della “Macchina Armonica” all’interno della chiesa dell’Addolorata allo spettacolo, scritto da Giuspepe Gallina, dal titolo: “Codex, un’anima in miniatura” con Alessandro Castriota Skanderberg, Marilù Brunetti, Tonia Mingrone; dall’esibizione di diverse bande musicali del territorio alla straordinaria performance artistica degli sbandieratori di Carovigno; dal recital dal titolo: “La Parola Ritrovata” con Umberto Broccoli e Patrizia Cavalieri, in Piazza Steri, al fantastico spettacolo pirotecnico, sul colle della Santa Croce, a cura della ditta Golluscio; dal Coro di voci bianche “I Colori Cantori” diretto dal Maestro Cesare Sisca (coadiuvato dalle Insegnanti: Isa Cantore e Teresa Giurranna) all’esibizione del Gruppo Folkloristico Internazionale “Città di Castrovillari.” Da segnalare, tra l’altro, la visita a Rossano del noto critico d’arte Vittorio Sgarbi che ha voluto sfogliare il Codex, dopo i lavori di restyling durati quattro anni, per ammirarne tutto il suo splendore. Un documento antichissimo risalente al VI° secolo, il quale contiene i Vangeli di Matteo e Marco. “Il Codex – ha dichiarato Sgarbi – rappresenta, seppur nelle difficoltà di godimento di poche pagine e di una pagina per volta, una testimonianza fondamentale del mondo cristiano e dell’Occidente bizantino, che ha a Rossano un suo rifugio e la sua fortezza. Tutto funziona quando quest’opera, concepita in Siria, in Cappadocia o a Cesarea, viene portata a Rossano, per essere difesa. Questa città, dunque, prende vita e vigore dopo il riconoscimento dell’Unesco, grazie a questo importante e prezioso manoscritto. Esso contiene in sé tutti i valori cristiani ed artistici di una grande civiltà – ha poi concluso Sgarbi – che Rossano ha rappresentato e che il Codice, non nato qui, potenzia e fortifica. Il Codice è nato in Siria, o dove sia nato non si sa, ed illustra Rossano. Sono delle importazioni benefiche che diventano naturalizzate calabresi, pur non essendo state originate qui, che danno un valore aggiunto al già ricco patrimonio culturale presente in questa splendida regione.” Anche il padre Arcivescovo, felicissimo per il ritorno a casa del Codex, ha dichiarato: “Siamo felici – ha esordito Mons. Satriano – perché è come se fosse tornata a casa una persona cara.” Soddisfatto, in modo particolare, il neo-eletto sindaco di Rossano, Stefano Mascaro, il quale nel suo intervento ha dichiarato: “Il nostro tesoro prezioso è finalmente tornato a casa. Mi riferisco, ovviamente, al Codex Purpureus Rossanensis, cuore pulsante dell’arte della nostra amata città bizantina. Il rientro del Codex – ha poi sottolineato nel corso del suo intervento il sindaco Mascaro – rappresenta un momento di gioia e di aggregazione per la società civile e per le realtà imprenditoriali del nostro territorio.” Interessanti, poi, gli interventi di Maria Letizia Sebastiani e di Maria Luisa Ricciardi, rispettivamente Direttore dell’ICRCPAL e Restauratrice del Codex, le quali si sono soffermate sul lavoro minuzioso che è stato messo in atto per far ritornare al suo vero splendore l’importate manoscritto. Molto significativa, poi, la cerimonia d’inaugurazione del nuovo Museo Diocesano, alla presenza di numerose autorità e del Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali Dorina Bianchi, in cui non sono mancati gli interventi delle diverse autorità che hanno preso parte all’ importante evento. “Da questo momento dobbiamo ripartire come comunità e come territorio – ha dichiarato il neo-eletto sindaco di Rossano Stefano Mascaro – con l’aiuto della Curia Arcivescovile e della Regione. Abbiamo bisogno di Oliverio che deve stare vicino a questo territorio che, negli ultimi anni, è stato penalizzato ingiustamente. Non vogliamo l’elemosina – ha sottolineato il primo cittadino – ma ripartire con tutte le forze sane della città da ciò che di importante abbiamo. Dobbiamo mettere in atto una serie di iniziative, affinché il mondo arrivi qui per ammirare il Codex.” Soddisfatto anche il governatore della Calabria, l’on. Mario Oliverio, il quale, nel corso del suo intervento, ha dichiarato: “Oggi è una bella giornata sia per Rossano e sia per tutta la Calabria, anche perché è ritornato nella sua sede naturale il Codex Purpureus Rossanensis che rappresenta un’opera di straordinaria importanza di carattere universale. Un bene culturale che è il primo ad essere stato scritto nella storia dell’umanità. Ritorna in una sede che completa un investimento realizzato per il Museo Diocesano. La Regione non solo ha sostenuto questa iniziativa, ma ha finanziato questa operazione inserita nel Por Calabria con un investimento non indifferente – ha proseguito Oliverio – che dimostra che anche nella nostra regione è possibile utilizzare le risorse comunitarie per creare sviluppo. Ora bisogna mettere in rete queste ricchezze che appartengono al ricco patrimonio culturale calabrese e stiamo lavorando per questo con il prezioso contribuito del Dott. Patamia. Dobbiamo lavorare per mettere in rete queste priorità, al fine di valorizzare il patrimonio di questa nostra Regione. Una gara virtuosa, non invidiosa, per far emergere la nostra ricchezza cultura e per riappropriarsi dell’orgoglio di essere figli di questa terra. Il Codex, partito da principe, è tornato da re, per cui bisogna lavorare per creare le condizioni in modo tale da portare in Calabria un turismo di massa e dia qualità.” Interessante, poi, l’intervento del Sottosegretario, Dorina Bianchi, che ha sottolineato la necessità di rendere vivi e fruibili questi posti, al fine di incrementare il turismo culturale e religioso, partendo dalle eccellenze calabresi, senza dimenticare che, attraverso il turismo, si possono creare nuovi posti di lavoro anche per i tanti giovani calabresi disoccupati. “Il Museo – ha affermato invece Mons. Giuseppe Satriano (Arcivescovo di Rossano-Cariati) durante il suo breve intervento – è un’opera di grazia non religiosa, ma un Santuario perché mirabilmente è giunto a noi il Codex. Ci piace pensare che questo sia segno di una provvidenza. Il Codex è della chiesa di Rossano e deve essere fruibile da tutti. Vogliamo che la visita al Museo sia un’esperienza di alta spiritualità per tutti. Voglio che da qui nasca una presa d’impegno rimettendo in piedi le nostre realtà vive coinvolgendo, allo stesso tempo, i numerosi imprenditori del nostro vasto territorio, al fine di costruire una Calabria più bella e migliore.” Un monito, quello di Mons. Satriano, condiviso ed applaudito da quanti, autorità comprese, hanno preso parte all’evento. Da sottolineare, inoltre, il prezioso lavoro messo in atto sia dall’intero staff della Cooperativa Neilos, che gestisce il Museo Diocesano, che dall’Architetto Antonio Aprelino, il quale ha curato, nei minimi dettagli, i lavori di restauro della nuova sede museale. Lavori che, in modo particolare, sono stati apprezzati dalle diverse autorità (civili, militari e religiose) e dai numerosi visitatori. Tanta la gioia dei rossanesi che hanno partecipato, con grande entusiasmo, alle diverse iniziative promosse in città che ha visto, per l’occasione, coinvolti imprenditori, associazioni socio-culturali, artisti, scuole e giovani studenti. Ora, dopo la chiusura dei festeggiamenti nell’importante comune bizantino per accogliere il Codex, bisogna lavorare, in tutte le direzioni, per far arrivare a Rossano un numero elevato di turisti, provenienti da tutto il mondo, al fine di far ammirare l’antico e prestigioso manoscritto (risalente al VI° secolo in cui al suo interno vi sono i Vangeli di Matteo e Marco) che, nel 2015, ha ottenuto il meritato riconoscimento da parte dell’Unesco quale patrimonio dell’umanità.

ANTONIO LE FOSSE

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