I FAMILIARI DEL DOCENTE ROSSANESE MASSIMO BEVACQUA, UCCISO IN TUNISIA, CHIEDONO UNA PENA ESEMPLARE PER L’ASSASSINO

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I familiari del docente rossanese Massimo Bevacqua, trovato morto nella sua abitazione in Tunisia nella mattinata del 4 febbraio 2015, chiedono, a distanza di un anno, una pena esemplare per l’assassino. Si tratta di un giovane tunisino che ha ammesso la sua colpa agli inquirenti. Questo dovrà rispondere di tre capi d’imputazione: omicidio, rapina e tentato incendio doloso. Il legale della famiglia Bevacqua chiederà al Tribunale di Tunisi di condannare il colpevole al carcere a vita per il reato commesso. Anche i numerosi amici e cittadini residenti nella città del Codex, oltre a molti colleghi e studenti del docente rossanese, chiedono, a gran voce, giustizia per Massimo in cui l’autore dell’omicidio possa trascorrere il resto della sua vita in prigione. In città, intanto, si attende la sentenza definitiva di condanna nei confronti dell’assassino che dovrà essere emessa, prossimamente, dal Tribunale tunisino. La figura di Massimo Bevacqua, comunque, verrà sempre ricordata da parenti, amici, colleghi, studenti e di quanti hanno avuto la fortuna di aver conosciuto, negli anni, una persona speciale ed un amico di tutti. Anche il Comune di Rossano, secondo alcune indiscrezioni, ha deciso, sottoscrivendo la formale e necessaria delibera di Giunta, di intitolare una Via della città al professore Bevacqua in modo tale da essere ricordato anche dalle future generazioni. Un atto dovuto per un cittadino esemplare.

ANTONIO LE FOSSE

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